lago d’Orta è argomento di numerosi testi pubblicati negli ultimi anni: si tratta di libri sulla storia, sull’arte e sulle tradizioni del Cusio. Per secoli dai paesi che circondano il lago d’Orta centinaia di persone hanno seguito le vie dell’emigrazione, lasciando la propria terra per andare in cerca di lavoro in Italia o all’estero. Ma il legame con la propria piccola patria non è mai venuto meno. E così quelli tra gli emigrati cusiani ai quali la fortuna era stata favorevole lo hanno testimoniato, in particolare nel periodo tra il Rinascimento e l’Ottocento, donando alle chiese, ai comuni, alle istituzioni locali opere d’arte, dipinti, sculture, realizzazioni di pregevolissimo artigianato. La nostalgia traspare lieve e quasi impercettibile e si intuisce dietro le iscrizioni nelle chiese, che diventano così il segno di una presenza destinata a continuare, di una identità che non si vuole perduta. Proprio del lago d’Orta è originario Gianni Rodari, nato il 23 ottobre 1920 ad Omegna. Nelle sue opere ritornano citazioni al lago d’Orta: C’era due volte il Barone Lamberto (ambientato sull’Isola di San Giulio); Il ragioniere-pesce del Cusio. Il comune di Omegna ha realizzato un parco dedicato a Rodari, in un angolo che offre una splendida vista sull’intero lago. Tra le principali mete turistiche del Lago d’Orta occorre innanzitutto ricordare Orta San Giulio con un centro completamente pedonalizzato e caratterizzato da viuzze strette molto pittoresche: la principale corre parallela alla riva del lago e si interseca con alcune ripide viette che si allontanano dal lago portando verso il Sacro Monte (dal 2003 il Sacro Monte di Orta assieme ai sacri Monti della Lombardia e del Piemonte, è stato iscritto dall’UNESCO nella lista del patrimonio dell’umanità). Al centro del paese si trova Piazza Motta, vero e proprio salotto affacciato sul lago, dalla quale partono le imbarcazioni dirette all’Isola di San Giulio. Le indagini archeologiche hanno dimostrato l’antichità della presenza umana risalente fino al neolitico all’Età del Ferro. Secondo la leggenda della vita di San Giulio in età romana il sito sarebbe stato abbandonato. Presumibilmente verso il 390 venne edificata la prima chiesa, simbolo adombrato dalla leggendaria infestazione di serpi e draghi. Dal 1219 i Vescovi di Novara assunsero la piena sovranità sul territorio della Riviera di San Giulio, di cui l’isola era il centro religioso e amministrativo e fecero costruire un castello. Una strada pedonale percorre l’intero perimetro dell’isola costeggiando le antiche case dei canonici, una delle più antiche fu di proprietà di Cesare Augusto Tallone, costruttore di pianoforti artigianali e accordatore di Arturo Benedetti Michelangeli. Ogni anno vi si tiene un’apprezzata rassegna di concerti. Nel 1973 venne fondato sull’isola un monastero benedettino, il monastero Mater Ecclesiae, nel quale vengono svolte importanti ricerche, studi e traduzioni di testi antichi. Il monastero ha anche un laboratorio di restauro e centro di ricerca e studio sui tessuti antichi. Tra le altre mete turistiche sono da segnalare: il Museo del rubinetto e della sua tecnologia, a San Maurizio D`Opaglio; il mulino delle batine, a Quarna Sotto (Vb); la Collezione Calderara di arte contemporanea, a Vacciago Di Ameno (No); il Museo etnografico e dello strumento musicale a fiato (Quarna Sotto); il Museo Degli Alberghieri – Armeno (No). Un ulteriore visita merita sicuramente Ecomuseo Cusius. L’ecomuseo è una istituzione culturale che assicura, in modo permanente, su un dato territorio, con la partecipazione della popolazione, le funzioni di ricerca, presentazione, valorizzazione di un insieme di beni naturali e culturali, rappresentativi di un ambiente e dei modi di vita che vi si succedono (George Henry Rivière). In particolare l’Ecomuseo Cusius si propone: la ricostruzione, la testimonianza e la valorizzazione della memoria storica, della cultura materiale, delle relazioni tra ambiente naturale ed ambiente antropizzato, il coinvolgimento attivo della popolazione del territorio, nonché la tutela e la promozione dei caratteri distintivi del territorio, mettendo a disposizione del pubblico gli strumenti per riconoscerli e visitare con consapevolezza i luoghi che meglio lo illustrano.